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domenica 31 dicembre 2017

AMORE E DOVERE Lev Nikolayevich Tolstoy - Coloufushare

AMORE E DOVERE
Lev Nikolayevich Tolstoy
Citazioni scelte

La scienza umana non m'ha spiegato nulla: alla mia perpetua domanda,la sola importante:
– Perché vivo?
– la scienza rispondeva coll'insegnarmi cose inutili.

Con essa non restava che unirsi al coro dei savî… e ripetere dopo loro: – La vita è un male assurdo.
- Volevo uccidermi. Alla fine, mi venne in mente di veder vivere l'immensa maggioranza degli uomini, degli uomini che non s'abbandonano come noi, sedicenti classi superiori, alle speculazioni del pensiero, ma lavorano e soffrono, pur tranquilli e rassegnati allo scopo della vita; compresi che bisognava vivere come questa moltitudine, rientrare nella sua semplice fede.
Allora il Veggente abbandona il mondo e si ritira nel suo eremo di Jàsnaja-Poljana a lavorare la terra colle sue mani. Una esistenza semplice, ispirata alla pura dottrina cristiana, la rinunzia alle ricchezze terrene, la bontà verso tutti gli esseri viventi, il lavoro, ecco, in brevi tratti, la filosofia della vita di Leone Tolstoi.

Il grande problema dell'amore
Amore è, per lui, sinonimo di bontà, di affetto esteso a
tutti gli esseri umani.
Di solo pane non vive l'uomo; ma di verità, di luce, d'amore…

Perchè amano gli uomini

Uomo ama, non perché sia suo interesse amar questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua; perché non può non amare.
Il vero amore, quello che si manifesta, non per via di parole, ma di atti, dà solo la vera sagacia e la saggezza vera.

L'amore non può essere sciocco.

L'amore è un sentimento che si può avere, ma non si può predicare.

L'unità nell'amore, può dar la maggiore somma d'amore.

Per essere capace di amare gli altri, bisogna non amare esclusivamente sé stesso.

Tutte le maniere d'educazione femminile, non hanno che uno scopo: attrarre gli uomini. Le une attraggono colla musica o coi capelli arricciati, le altre colla scienza e la virtù.

Voi, donne e madri, voi solo avete, nel nostro sciagurato mondo contro natura, ove nulla resta della forma umana, voi solo sapete tutto il vero senso della vita, e voi solo, coll'esempio, potete mostrare agli uomini la felicità della vita, quella felicità della quale si privano. Voi solo sapete le estasi, le letizie, che ravvivano tutto l'essere; la beatitudine, compenso a chi non trasgredisce la legge di Dio. Voi sapete la felicità dell'amore per marito, la felicità che non ha fine, che non si spezza affatto come tutte le altre, ma che è l'àncora di una felicità novella, l'amore per il bambino. Voi solo sapete il travaglio vero che ne vien da Dio; e sapete i veri premi che gli spettano; e sapete ciò che esso dona, la felicità. Voi sapete le condizioni del travaglio vero, quando aspettate con gioia l'avvicinarsi e il crescere delle torture più atroci, seguite da una felicità sol da voi conosciuta.
Voi sapete, se siete vera madre, che non soltanto nessuno ha visto il travaglio vostro, nessuno ve ne ha lodate, stimando che dev'essere così: ma che quelli stessi pei quali voi avete penato, lungi dal ringraziarvi, spesso vi tormenteranno, vi rimprovereranno.
Se siete tali, e se sapete per esperienza che solo il travaglio, il quale santifica, invisibile, senza premio, spinti a limiti estremi è la vostra vera missione; voi chiederete agli altri altrettanto; misurerete, valuterete la dignità degli uomini dal travaglio loro, al quale preparerete i vostri figli. Una madre simile non chiederà agli altri quel che deve fare; saprà tutto e
non temerà nulla.

Condizione essenziale al lavoro è la famiglia.

Ora, più l'uomo è favorito nelle sfere mondane, e minore benessere gli tocca. Molti libertini rinunciano volontariamente alle gioie della famiglia o non se ne danno pensiero. So non sono libertini, i figli per loro non sono una gioia, ma un fardello, e se ne privano da sè, sforzandosi con tutti i mezzi, talora anche crudelissimi, di rendere l'accoppiamento infecondo. Se hanno figli, si privano della gioia d'essere in comunione con loro. Secondo il costume, devono
affidarli ad estranei, a istituti d'istruzione pubblica, sì che della vita famigliare senton solo le pene. Quei figli, sin dalla giovinezza, diventano infelici quanto i genitori, verso i quali hanno un solo sentimento: quello di augurar loro la morte per ereditare.

L'abbandono di colui o di colei che ci siamo scelto a compagna dell'esistenza, per andar con un altro o con un' altra, è non solo un atto contro natura come l'incesto, ma un atto bestiale e inumano.

La castità e il celibato, si dice, non possono essere le virtù ideali dell'umanità, perché esse apporterebbero prontamente l'estinzione della razza umana, e l'umanità non può avere per fine la propria distruzione. Si può rispondere che solo vero ideale è quello che, essendo inaccessibile, ammette un'infinità di gradazioni a misura che lo si avvicina.
Tale è l'ideale cristiano che è il fondamento del regno di Dio:
l'unione di tutte le creature viventi nell'amore fraterno. Il concetto di questo ideale è inconciliabile con la pratica della vita, che esige uno sforzo continuo verso un ideale inaccessibile, ma che non suppone d'averlo mai raggiunto.

Per le donne della nostra società, i figli non sono una gioia, un orgoglio, né il compimento d'una vocazione; ma sono timore, inquietudine, pena continua,
supplizio.

L’importanza falsa ed esagerata che accordiamo all'amore ed agli stati psicologici che l'accompagnano (che noi idealizziamo) fa sì che le donne e gli uomini gli consacrino il meglio della loro energia durante il periodo più grande della loro vita e più ricco di promesse, di modo che essi si trovano ben presto sfiniti, incapaci d'azione e di ogni altro sentimento. La colpa di tutto il male viene in gran parte dai romanzieri e dai poeti, che danno alle
cose dell'amore una importanza superiore al merito e alla verità, e che, idealizzando i peggiori traviamenti, seducono le nature più delicate e più impressionabili.

Ogni ragionamento sull'amore, lo distrugge.

Il bene dell'uomo sta nell'amore, come quello della pianta proviene dalla luce.

Quando gli uomini danno al sentimento che chiamano amore, delle proporzioni mostruose, esso diventa non soltanto funesto, ma rende l'uomo l'animale più cattivo e più terribile.

L'amore non è soltanto una parola (come tutti s'accordano nel riconoscere), ma è un'attività che ha per scopo il bene degli altri.

L'amore non può limitarsi alle parole: deve manifestarsi nelle azioni.

Nel sentimento dell'amore c'è qualcosa di singolare, capace di risolvere tutte le contraddizioni della vita e di dare all'uomo quel bene completo, la cui ricerca costituisce la vita stessa.

Non considero qui l'amore di un giovane per una ragazza o viceversa, perché quell'amore mi spaventa. Sono stato abbastanza infelice nella mia vita, per non avere trovato in esso una sola particella di verità. Non ci ho visto che menzogna in cui il sentimento propriamente detto è tanto confuso con questioni di attrattiva fisica, di relazioni coniugali, di fortuna, da riuscire impossibile ritrovarne la traccia. Io voglio parlare dell'amore della creatura, dell'amore che, a seconda della maggiore o minore forza d'animo, si concentra su di un solo individuo, si divide tra più persone, o si riversa su tutti; dell'amore per la madre, per il padre, pei fratelli, pei figliuoli, per gli amici, per le amiche, per i concittadini; dell'amore, in una parola, per le creature umane.

L’amore elegante:

L'amore elegante consiste nell'essere presi dalla bellezza del sentimento che si prova e nel dilettarsi di questa manifestazione. Per le persone che amano così, l'oggetto amato non è tale che in quanto sveglia un sentimento piacevole di cui la coscienza e le manifestazioni diano loro una gioia. A tali persone importa pochissimo di essere riamate, non esercitando questa circostanza nessuna influenza sulla bellezza e sull'incanto della propria passione. Esse mutano con frequenza l'oggetto del loro amore, poiché l'unico loro scopo è di tener desto di continuo in sé stessi il sentimento piacevole dell'affetto. Per giungervi, seguitano a parlare di quest'amore, nei modi più distinti,
all'oggetto della loro passione, e a tutti in generale, anche ai meno interessati.

L’amore devoto:

La seconda specie d'amore, l'amore devoto, consiste nel sacrificare sé stessi per la persona amata, non curandosi di indagare se realmente le rendiamo o no un servizio. Si può formulare così: «Non c'è dolore ch'io non sia capace di procurare a me stesso, per provare al mondo intero e a lui (o a
lei) come io sia innamorato». Le persone che amano in questo modo, non vogliono mai credere di esserne ricambiate, perché è ancora più bello sacrificarsi per qualcuno che non vi capisce. Sono sempre malaticce, cosa che rende più meritevole il loro sacrificio; sono in generale costanti, perché sarebbe doloroso per loro di perdere il merito dei sacrifici fatti per l'oggetto amato; sono sempre disposte a morire per dimostrare la loro devozione,
mentre sprezzano le piccole prove di affetto che non esigono una speciale abnegazione.
Voi potete aver desinato bene o male, o male dormito, star bene o male di salute, essere allegro o triste; esse sono indifferenti, né muoverebbero la punta di un dito per esservi utili; ma esporsi per ricevere una palla, buttarsi nell'acqua o nel fuoco, morire d'amore, ecco la parte loro; a ciò le troverete sempre pronte, appena ne abbiano l'occasione. E c'è dell'altro: sono orgogliose del loro amore, esigenti, gelose, diffidenti, desiderano pericoli
per l'oggetto amato per avere il piacere di salvarlo e di consolarlo, e gli augurano perfino dei difetti per provar la gioia di correggerlo.

Supponiamo che abitiate in campagna, e siate solo con vostra moglie, che vi ama dell'amore devoto. State bene, siete tranquillo, avete delle occupazioni che vi garbano, la vostra cara sposa è molto delicata, non può occuparsi dell'andamento della casa, che è in balìa della servitù, dei figliuoli, affidati alle governanti, né di nessuna cosa che le piaccia, perché nulla l'interessa all'infuori di suo marito. Si vede che soffre, ma non ve ne parla,
per timore di addolorarvi, si vede che si annoia, ma è pronta ad annoiarsi per tutta la vita per amor vostro, si vede che si rode l'anima quando siete intento ai vostri affari, qualunque essi siano, si tratti di caccia, o di letture, d'agricoltura, o di un servizio pubblico; ella sa che le vostra occupazioni vi uccidono, ma tace e soffre. Vi ammalate. La vostra sposa affettuosa dimentica i propri mali e non abbandona il vostro capezzale; per quanto la preghiate di non tormentarsi inutilmente, ella non si muove e
sentite sempre fisso su voi il suo sguardo compassionevole che vi dice: «Te l'avevo detto! ma non importa, non ti lascerò un minuto solo».
Una mattina vi sentite un po' meglio e volete passare in un'altra camera, ma l'altra camera non è in ordine, né riscaldata. La vostra minestra, l'unica cosa che possiate mangiare, non è stata ordinata al cuoco, e ci si è dimenticati di andare a prendere la medicina. In compenso, la vostra affettuosa moglie (che non ne può più per aver passata la notte in piedi), continua a guardarvi colla sua aria compassionevole, a camminare in punta di piedi e a dare degli ordini ai domestici, in modo tanto confuso, da scombussolarli
in tutte le loro abitudini. Avete voglia di leggere. La vostra tenera sposa vi dice, sospirando, che sa bene di non essere ascoltata – che andrete in collera con lei – ma tanto c'è abituata:
fareste meglio a non leggere. Desiderate passeggiare per la stanza: fareste meglio a non camminare. Volete chiacchierare con un amico che è venuto a trovarvi: fareste meglio a non parlare. La notte dopo, vi ritorna la febbre. Vorreste dormire, ma la vostra affettuosa moglie, pallida, ancor più magra, è seduta in faccia a voi in una poltrona e ogni tanto manda un sospiro; la scorgete alla luce della lampada, e i suoi lievi movimenti, i piccoli rumori che fa nel muoversi, vi urtano i nervi, vi irritano.
Avete un domestico che vi serve da vent'anni e al quale siete abituato, che vi cura benissimo, e con tutta l'anima, perché è sicuro di una gratificazione e dorme poi di giorno, ma la vostra tenera sposa non lo permette; ella vuol fare da sé, colle sue mani delicate, che sono avvezze a non far nulla.
Non potete a meno di seguire collo sguardo, con sorda irritazione, le sue bianche dita, mentre tentano inutilmente di sturare una boccetta, o di spengere una lampada, o di versare la vostra medicina o di accomodarvi il letto. Se siete un po' inquieto e vi stizzite e la pregate di andarsene, ella va via umilmente, e, in virtù della vostra sovreccitazione nervosa, la sentite piangere dietro l'uscio, e dire cose assurde al vostro domestico. Finalmente
non morite, ma vi rimettete in salute; la vostra affettuosa moglie, che ha passato venti notti senza dormire e che ve lo rinfaccia per tutto il giorno, a sua volta si ammala. Comincia a tossire, soffre, è capace ancor meno di prima di occuparsi di qualunque cosa, e mentre voi ritornate al vostro stato normale, ella vi prova che si sacrifica volentieri per voi, annoiandosi dolcemente. Senza volerlo, la sua noia è partecipata da tutti quelli che la
circondano, voi compreso.

L’ amore attivo:

Il terzo amore, l'amore attivo, consiste nel desiderare
ardentemente la soddisfazione di tutti i bisogni, i desideri della persona amata.

Le persone che amano in questo modo, amano sempre per tutta la vita, perché quanto più viva è la loro passione, e meglio conoscono l'oggetto del loro
amore, tanto più diventa loro facile di amarlo, in altri termini di soddisfare i suoi desideri.
Il loro affetto si esprime di rado a parole e, se anche ne
parlano, non soltanto non ci mettono eloquenza, né si mostrano
soddisfatte di sé, ma sono timide, sgarbate, perché temono sempre di non amare abbastanza. Perfino i difetti della persona amata sono loro cari, in quanto forniscono dei desideri in più da soddisfare.
Queste persone vogliono essere riamate e al bisogno si convincono di esserlo; se realmente la cosa è vera, sono felici, se no, amano lo stesso e non solo augurano la felicità alla persona amata, ma vi cooperano senza posa, con tutti i mezzi di cui possono disporre, grandi e piccoli, materiali e morali.

Una donna non può dire che ama, un uomo non deve e non può dire che ama perché questa sarà sempre una menzogna. Cos'è dunque questa grande scoperta, che un uomo ama? Come se non avesse che a pronunciare questa parola, e dovesse uscirne qualcosa di straordinario, un fenomeno qualunque, ch'esplodesse a un tratto! Mi pare che tutti coloro i quali dicono solennemente: «Vi amo», ingannino sé stessi o, peggio ancora, ingannino gli altri.

Così, secondo voi, una donna saprà se è amata, quando non glielo si dirà?

Questo io non so: ogni uomo ha il suo modo di parlare. Ma ci sono degli affetti i quali non hanno bisogno di parole per essere compresi.

Vera felicità è tutta nella famiglia e nelle sue gioie serene.

Gli uomini credono di vivere solo per i loro dolori. In verità, essi non vivono che per l'amore. Chi possiede l'amore è un Dio; Dio vive in esso, perché Dio è tutto amore.

L‘AMORE E IL DOVERE


È stata data all'uomo e alla donna una legge:
All'uomo la legge del lavoro, e alla donna quella della maternità.
Questa legge dell'uomo e della donna rimane immutabile.

sono le donne-madri, che, potendo affrancarsi dalla maternità, senza esitare, con deliberato proposito, si sottomettono a questa legge eterna, immutabile, sapendo che qui è tutta la missione della loro vita; sono queste donne-madri, che tengono nelle loro mani la salvezza degli uomini.

Il matrimonio, come esiste oggi, è la più odiosa di tutte le menzogne, la forma suprema dell'egoismo.

La gelosia è ancora uno dei segreti del matrimonio, conosciuto da tutti e da tutti nascosto. La gelosia non può mancare fra sposi che vivono in modo immorale.

L'amore è una facoltà essenziale dell'anima umana.

Come una fiamma ne accende un'altra e migliaia di fiamme si trovano accese, così un cuore ne accende un altro e migliaia di cuori si accendono.

La ragione è indipendente dal cuore, e suggerisce spesso all'uomo delle idee che urtano i suoi sentimenti, delle idee incomprensibili e crudeli per il cuore.

In materia di sentimento, la mancanza di logica è la miglior prova di sincerità.

Donne-madri, siete voi che tenete fra le vostre mani la salvezza del mondo.

Il senso della vita, per ognuno di noi, è di accrescere l'amore in sé. Questo sviluppo della nostra potenza d'amore ci procura la felicità.

Soltanto colui che ama, possiede la vita. L'amore è la vita stessa, non già una vita irragionevole, dolorosa, peritura, ma una vita felice, eterna.

Verso le cose, si può agire senza amore: si può, senza amore, spaccare del legno, fabbricare dei mattoni, battere del ferro; ma nei rapporti fra uomo e uomo, l'amore è così indispensabile com'è, per esempio, la prudenza nei rapporti dell'uomo colle api. Tale è la natura delle api: se tu non sei prudente con loro, tu nuocerai alle api ed a te stesso. Così per le relazioni cogli uomini. E ciò non è che giustizia, perché l'amore reciproco fra gli uomini è la legge fondamentale della vita umana. Senza dubbio, un uomo non può costringersi all'amore come al lavoro; ma non per questo qualcuno potrà agire senza amore cogli uomini, soprattutto se egli stesso ha bisogno di loro.

Se colui che non comprende la vita, volesse sinceramente mettersi a praticare l'amore, egli sarebbe incapace di farlo prima d'aver compreso la vita e modificata tutta la sua maniera di vivere.

L'amore non appare agli uomini come l'unica e legittima manifestazione della vita, ma soltanto come una delle sue mille eventualità, come una delle mille svariate fasi morali, per cui passa l'uomo durante la sua esistenza: volta a volta egli fa il padroncino, si diletta di scienza e d'arte, si lascia trascinare dall'ambizione, dal desiderio del guadagno, e talvolta egli ama
qualcuno. Lo stato d'amore sembra agli uomini che non comprendono la vita, non già l'assenza stessa della vita umana, ma uno stato accidentale, così indipendente dalla volontà come tutti quelli attraverso i quali si passa nella vita. Succede spesso di leggere e di sentir dire che l'amore è un certo stato doloroso e anormale, che sconvolge il corso regolare dell'esistenza.

Succede per la falsa idea dell'amore che si fanno gli uomini, quel che accade per l'idea che si fanno della vita gli uomini che non possiedono la vita vera. Se gli uomini, fossero soltanto degli animali, se fossero privi di ragione, essi condurrebbero l'esistenza dei bruti e non ragionerebbero affatto intorno alla vita; la loro esistenza animale sarebbe normale e felice. È lo stesso per l'amore: se gli uomini fossero degli animali privi di ragione, essi amerebbero ciò che gli animali amano, e non saprebbero che l'amano.
Ma gli uomini sono degli esseri ragionevoli, e devono necessariamente vedere che gli altri esseri hanno un amore simile pei loro prossimi.

Quel che gli uomini che non comprendono la vita chiamano amore, non consiste che nel preferire certe condizioni del bene della propria individualità ad altre. Quando l'uomo che non comprende la vita dice che egli ama sua moglie, il suo bambino, o il suo amico, vuol dire soltanto che la presenza nella sua vita, di sua moglie, del suo bambino, del suo amico, aumenta il bene della sua vita individuale.



Il principio dell'amore, la sua radice, non è, come si crede ordinariamente, uno slancio di passione che oscura la ragione; è, al contrario, lo stato d'animo più razionale e più luminoso, il più calmo e più giocondo che esista; è lo stato proprio ai fanciulli e ai saggi.


La passione, chiamata impropriamente amore, che ci fa preferire certi uomini ad altri, non è che un albero selvatico su cui il vero amore può essere innestato e produrre i suoi frutti. Ma, allo stesso modo che quest'albero
selvaggio non è melo e non porta frutti o ne porta soltanto amari, così la parzialità non è l'amore e non fa del bene agli uomini: essa produce piuttosto un gran male.


Le passioni non si possono sradicare:
bisogna che ognuno possa soddisfarle nei limiti della virtù.

Amare, vuol dir preferire altri a sé stesso. Noi non sapremmo comprendere altrimenti l’amore.

Il vero amore non è possibile, se non quando si rinuncia al bene dell'individualità.

Soltanto gli uomini che han già impiegato la loro ragione a comprendere la vita ed han rinunziato al bene della vita individuale, possono non ragionare sull'amore; ma quelli che non hanno compreso la vita e non vivono che per procurarsi il bene dell'individualità animale, non possono impedirsi di ragionare.


L'amore che non riposa sulla rinunzia all'individualità o sulla benevolenza per gli altri che ne risulta, non è altra cosa che la vita animale; e questa vita è esposta a dei mali ancora più grandi che la vita senza amore: essa è ancora più insensata.

Colui che fa consistere la sua vita nell'esistenza dell'individualità animale, non può amare, perché l'amore gli deve sembrare un'attività diametralmente opposta alla sua vita. La vita di un tale uomo risiede unicamente nel bene
dell'esistenza animale e l'amore esige prima di tutto il sacrificio di questo bene.
 

L'amore attivo, il solo che possa soddisfare l'uomo, non è accessibile che a colui che non ripone il bene nella vita individuale, non si preoccupa di questo falso bene e dà libero corso al sentimento di benevolenza per gli altri che è proprio dell'uomo.

Non c'è altro amore fuor di quello che consiste nel dare la propria vita per coloro che si amano.
L'amore non è veramente degno di questo nome, che quand'è un sacrificio di sé stesso. Quando un uomo dona altrui il suo tempo e le sue forze, logora il suo corpo per l'oggetto amato, gli dà la vita, allora soltanto riconosciamo tutti che qui è l'amore, il solo amore che possa procurare il bene, ricompensa dell'amore. Ed è perché questo amore esiste nel cuore degli uomini, che il mondo può continuare ad esistere.
Nell'amore fra un uomo e una donna viene sempre un momento in cui questo amore attinge il suo apogeo; allora esso non ha niente di egoistico né di sensuale: esso diventa purezza morale.

Quando un uomo si ammoglia con una ragazza che non l'ama o che ne ama un altro, egli le fa subire il dolore e la sofferenza, per soddisfare l'appetito brutale che si chiama amore. È bestialità, e non amore.

Un matrimonio cristiano non è possibile se un uomo non ha amore che per sua moglie e niente per tutti i suoi simili; la persona ch'egli sposa dev'essere la base del suo affetto fraterno per tutti gli uomini. Com'è fuori dubbio
che non si può costruire una casa senza le fondamenta, o dipingere un quadro senza che la tela sia stata preparata, così l'amore sessuale non può essere legittimo, ragionevole o durevole, se non riposa sull'amore dell'uomo per l'uomo in generale. È il solo modo di stabilire una vita di famiglia.

Delle relazioni fra i sessi

Non si può ammettere che il benessere degli uni esiga il male degli altri.
Bisogna assolutamente riconoscere che gli uomini devono essere a giusto titolo considerati come responsabili dei loro atti e che questa responsabilità non deve più incombere sulla donna. La donna, così sovente vittima dell'egoismo dell'uomo, non deve più a lungo sopportare da sola il peso d'un fallo commesso con un complice.
Perciò il dovere dei celibatari che non vogliono condurre una vita infame, è di tenere, di fronte a tutte le donne ch'essi incontrano nella società, la medesima riserva che essi osservano riguardo alla loro madre e alla loro sorella.
 
È necessario dare agli uomini ed alle donne una educazione nella quale l'influenza ed i buoni esempi della famiglia siano preponderanti, e creare nell'opinione pubblica una corrente di idee sane per far praticare quella esistenza che la morale ci raccomanda.

Un'altra conseguenza del falso concetto dell'amore e delle cause che lo fanno nascere nella società attuale, è che la nascita dei bambini ha perduto il suo significato primitivo e che il matrimonio perde progressivamente il suo carattere famigliare.
L'applicazione pratica di queste dottrine nuoce non solamente alla salute ed al vigore fisico della donna, ma, ciò che è peggio, alla sua salute ed alla sua forza morale. Questo stato di cose è dunque assolutamente condannabile.

Se per l'uomo e per la donna senza figli possono esistere dubbi sulla via che conduce all'adempimento della volontà divina, questa via, per la donna-madre, è nettamente tracciata; e se, docilmente, nella semplicità della sua anima, essa l'ha seguita, – essa, collocata alla maggiore altezza del bene che sia dato all'uomo raggiungere, diviene la stella conduttrice per tutti coloro che
vanno verso il bene. Solo la madre può dire tranquillamente, prima di morire, a Colui che l'ha invitata in questo mondo, a colui ch'essa ha servito colla maternità e coll'educazione dei figli, ch'essa amò più di sé stessa, soltanto essa può dire tranquillamente, dopo averlo servito durante il tempo prescritto:
– Adesso, lascia andare la tua serva.

Tutti quanti, uomini e donne, siamo inebriati, per educazione, dell'illusione dell'amore…
In teoria si ritiene l'amore un sentimento elevato; in pratica è una passione ignobile e degradante, di cui è ingrato parlare e scrivere. E non per nulla la natura l'ha fatto così.

Nel cuore risiedono il principio e la fine d'ogni cosa.


"Love is not about possession. Love is about appreciation"
Osho


"Amore vuol dire avere un invincibile bisogno di stare vicini. 

L'immobilità felice della persona che ama: 
L' amore instilla fiducia silenziando la paura: si diviene senza timore. 
Esistono perlomeno due tipi di amore:
L' amore materno e l'amore romantico
In entrambi i casi si destano emozioni e memoria.  

L' amore sociale: 
Quando ad esempio siamo in metropolitana e vediamo le persone al nostro fianco; qualunque cosa accada loro,  ci tocca. Vi è una sincronizzazione del nostro sentire,  del nostro comportamento.  

La biosincronizzazione: 
 Messe alcune persone in uno stesso ambiente, dopo un po' si muovono alla stessa maniera, hanno il cuore che batte con la stessa frequenza, hanno produzioni ormonali simili e addirittura ritmi encefalogrammi analoghi.
Questo consente la possibilità di voler bene ad una persona come un figlio, di affiliarsi.

Questo spiega che comunque la si voglia vedere noi siamo nati per creare ponti verso gli altri, non per creare guerre. Non è retorica, è neurobiologia pura. 

Vi è chi non sa mostrare l'amore.
Ma da cosa dipende la nostra capacità di amare?
Noi ci dimentichiamo che il cucciolo umano è l'unico cucciolo che nasce con un cervello che è ancora in formazione ed è la vicinanza con la madre e con il padre nelle prime settimane di vita a spiegarti come interagire con il prossimo, con l'ambiente, con un genitore.
Ebbene chi abbia questa eventualità :
La morte precoce dei genitori, un dramma infantile o un dramma esperito in età adulta,  non ha questa capacità o eventualmente ha affievolito la propria capacità di mostrare amore.
Ma attenzione, può essere riacquisita, può essere appresa, nella misura in cui le persone,  o una persona, siano un esempio d'amore per colui che non sa mostrare amore. 
La letteratura sovente allude a coloro che non sanno provare amore : essi dimostrano amore ove e quando incontrano coloro che li hanno amati. 
L'essere esempio d'amore: questa è una grande salvezza. "

Piero Barbanti 
Neurologia - istituto scientifico San Raffaele - Pisana , Roma