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mercoledì 3 gennaio 2018

IDEA DOMINANTE , VOLTAIRINE DE CLEYRE - coloufulshare

L'IDEA DOMINANTE
VOLTAIRINE DE CLEYRE

frammenti

Voltairine de Cleyre nacque il 17 novembre 1866 a Leslie nel Michigan e morì il 6 giugno 1912 a Chicago nell'Illinois. Fu una libera pensatrice, un'anarchica e una femminista. Girò la nazione americana come oratrice e scrisse poesie, racconti e saggi.
Nacque da una famiglia povera e all'età di tredici anni fu mandata per la sua educazione in convento. Voltairine odiò quel periodo. Le si insegnava a ripetere asserzioni religiose cui non credeva, tanto che decise che mai avrebbe mentito anche se questo avesse significato la sua dannazione. Quando lasciò il convento, a diciassette anni, rigettò ogni dogma religioso e l'ipocrisia con cui essi venivano accettati. Nei successivi quindici anni abbracciò e successivamente abbandonò molte varianti delle filosofie anarchiche, "era come se cercasse abito dopo abito di trovare uno che le si adattasse bene". Nessuna dottrina la soddisfaceva pienamente e così, alla fine, decise di modellarsene una propria.
Emma Goldman5 disse di lei: "Il suo intrinseco amore della libertà non poteva fare la pace con le teorie stataliste del socialismo".
Uno dei saggi migliori di Voltairine de Cleyre è Anarchism, pubblicato nel 1901. In esso definisce l'anarchia come libertà dalla costrizione.
Anarchism and American Traditions Il saggio include un forte attacco al controllo statale dell'educazione. Gli argomenti presentati a sostegno delle sue tesi sull'educazione sono validi e ancor oggi rilevanti come lo erano alla fine del diciottesimo secolo e nel 1908, anno in cui scrisse l'articolo.

The Dominant Idea fu pubblicato nel 1910 a New York dal mensile anarchico Mother Earth edito da Emma Goldman. Il testo americano utilizzato nella traduzione è quello pubblicato nel sito Web Anarchy Archives.

Sergio Fumich

L'Idea Dominante

Su ogni cosa vivente, se uno osserva con rigore, è tracciata la linea d'ombra di un'idea.
Ed incontriamo, anche, anime vive che dominano corpi moribondi – le idee viventi predominano sul declino e la morte.
Idee predominanti dovunque! Avete mai visto un fiore d'una pianta rampicante morta? Io l'ho visto. La scorsa estate coltivavo alcune piante di convolvolo purpureo rampicanti fin sopra un balcone del secondo piano; ed ogni giorno spalancavano e ondeggiavano nel vento i loro fiori bianchi striati di porpora, ammiccanti al sole, radioso con la vita rampicante. Più in alto ogni giorno le verdi cime strisciavano, portando il loro seguito di ventagli che si allargavano ondeggiando davanti ai fiori alla ricerca del sole. Ed ecco improvvisamente una disdetta, la tempesta spezzò in basso una pianta, la più bella e la più ambiziosa, naturalmente. In poche ore le foglie pendettero flosce, i gambi ricchi di linfa avvizzirono e cominciarono a seccare, in un giorno era morta – tutta meno la parte superiore che ancora si aggrappava con vivo desiderio al suo sostegno, con la brillante cima sollevata. Piansi un poco per i boccioli che non si sarebbero mai più aperti ora, e legai quella orgogliosa pianta rampicante la cui opera nel mondo era perduta. Ma la notte successiva ci fu una tempesta, una intensa, scrosciante tempesta, con pioggia battente e fulmini abbaglianti. Mi alzai a guardare i lampi, ed ecco la meraviglia del mondo! Nell'oscurità della mezzanotte, nella furia del vento e della pioggia, la pianta rampicante morta era fiorita. Cinque fiori bianchi, con un aspetto da luna piena, erano mossi dal vento allegramente intorno alla pianta scheletrica, risplendente come una volta trionfante nel rosso bagliore. Li guardai fissamente in un muto stupore. Cara, morta pianta rampicante, il cui fiorire era stato così determinato, che nell'ora della sua improvvisa recisione dalla terra nutrice, mandò l'ultima linfa ai suoi fiori; e, non aspettando il mattino, li generò nella tempesta tra i fulmini, come bianche campanule notturne, che sarebbero state le figlie del sole.
All'alba noi tutti andammo a vedere il prodigio, con molto stupore e dicendo "Sicuramente questi devono essere gli ultimi". Ma ogni giorno per tre giorni la pianta morta fiorì, e ancora una settimana dopo, quando ogni foglia era secca e marrone, e così sottile che si poteva vedere attraverso di essa, un ultimo bocciolo, minuscolo, gracile, un cucciolo di fiore, ma ancora bianco e delicato, con cinque macchioline purpuree, come quelli sul rampicante vivo vicino, si apriva ed ondeggiava alle stelle, in attesa del primo sole. Sulla morte e sul declino l'Idea Dominante sorrideva: il convolvolo era al mondo per fiorire, per generare bianchi fiori a forma di tromba rigati di porpora; e mantenne la sua volontà oltre la morte.
Il nostro moderno insegnamento è che le idee sono solo fenomeni contingenti, impotenti a determinare le azioni o le relazioni della vita, come l'immagine nel vetro che dicesse al corpo che riflette: "Io modellerò te". In verità sappiamo che non appena il corpo si allontana dallo specchio, l'immagine passeggera è inesistenza; ma il corpo reale ha la sua esistenza da vivere, e vuole viverla, noncurante delle svanite illusioni di sé, in risposta alla pressione sempre mutevole di cose esterne.
È così che la cosiddetta Concezione Materialistica ci fa guardare al mondo delle idee – mutevoli, irreali immagini riflesse, aventi niente a che fare con la determinazione della vita degli Uomini, ma come molte parvenze nello specchio di certe relazioni materiali, totalmente inefficaci ad intervenire sul corso delle cose materiali. La mente per essa è in se stessa uno specchio vuoto, quantunque di fatto non sia mai totalmente vuoto, perché posto sempre di fronte alla realtà della materia e costretto a riflettere qualche ombra.
Le rocce, i campi, i boschi, i corsi d'acqua, le case, i beni, la carne, il sangue, le ossa, i nervi – queste sono realtà da interpretare, con caratteri essenziali che permangono a tutti i cambiamenti, ma il mio Ego non perdura; è fabbricato di nuovo ad ogni cambiamento di queste.
Io penso che questo categorico determinismo della materia sia un grande e deplorevole errore.
Credo che la Mente non sia una entità totalmente irresponsabile che detta le regole personali alla maniera di un Imperatore Assoluto, senza logica, conseguenza o relazione, governante sulla materia.
Credo che il dominio assoluto della Materia sia del tutto un madornale errore alla pari della natura senza rapporti della Mente.
La dottrina del Determinismo Materialistico ha prodotto mutevoli, autogiustificanti, indegni caratteri che sono questo oggi e saranno quello in un altro momento, qualsiasi cosa e niente per principio. "Le mie condizioni mi hanno fatto così", piangono, e non c'è di più da dire; povere immagini riflesse!
Ciò di cui abbiamo bisogno è una vera valutazione del potere e del ruolo dell'Idea. Io non credo di essere in grado di dare una simile vera valutazione, io non credo che altri – anche intelletti molto più grandi di me – saranno in grado di farlo per molto tempo a venire. Ma io almeno sono in grado di suggerirlo, di mostrare la sua necessità, di darne una grossolana approssimazione.
E innanzitutto, contro l'accettata formula del Materialismo moderno, "Gli uomini sono ciò che le condizioni producono", io stabilisco un'affermazione opposta, "Le condizioni sono ciò che gli uomini producono".

In altre parole, la mia concezione della mente, o del carattere, non è che sia un inefficace riflesso di una momentanea condizione di materia e forma, ma un agente modificatore attivo, che reagisce sul suo ambiente e trasforma le condizioni qualche volta lievemente, qualche volta molto, qualche volta, sebbene non spesso, totalmente.
In tutto il regno della vita, ho detto, si possono vedere le idee dominanti al lavoro, se soltanto si esercitano i propri occhi a cercarle e a riconoscerle. Nel mondo degli uomini ci sono state molte idee dominanti.
Dovunque nell'ossatura delle morte società, come nelle conchiglie del limo marino, vedremo la forza di un'azione che ha uno scopo, di un'intenzione all'interno che sostiene il suo proposito contro gli ostacoli all'esterno.
Io credo che non ci sia uno nel mondo che possa alzare lo sguardo sul volto risoluto, che guarda fisso lontano, di una scultura egizia, o leggere una descrizione dei monumenti dell'Egitto, senza sentire che l'idea dominante di quel popolo in quell'epoca era di essere duraturo, di produrre cose durature, con l'immobilità del loro cielo calmo e silenzioso su di loro e lo sguardo fisso del deserto in loro. Uno deve sentire che, qualunque altra idea li animasse e rappresentasse loro stessi nelle loro vite, questa era l'idea dominante. Ciò che era doveva rimanere. Finché nella pienezza dei tempi sparì: e tuttora la forma di granito di essa guarda fisso con occhi vuoti attraverso il mondo, austero vecchio ricordo della Cosa che fu.
Io credo che nessuno possa alzare lo sguardo sulle sculture marmoree, in cui il genio greco ha elaborato la figurazione della sua anima, senza avvertirne l'idea dominante: L'Attività e la bellezza e la forza di essa. Il Mutamento, rapido, il Mutamento sempre in movimento! La creazione delle cose e il loro scarto, come i bambini gettano via i loro giocattoli, non interessati del fatto che questi dureranno, cosicché essi stessi realizzano un'incessante attività. Piene di potere creativo.
Così c'era una processione senza fine di forme che mutavano nelle loro scuole, nelle loro filosofie, nelle loro tragedie, nei loro poemi, finché non finì in ultimo con l'esaurirsi. Ed il prodigio sparì dal mondo. Ma tuttora le loro sculture in marmo durano per mostrare quale sorta di idee li dominasse.
E se volessimo conoscere quale idea principale regolasse la vita degli uomini quando il periodo medioevale ha avuto il tempo di farla maturare, si dovrebbe soltanto ai giorni nostri vagabondare in qualche pittoresco villaggio inglese fuori mano, dove una possente antica chiesa turrita ancora si erge al centro di piccoli villini coperti di paglia. Dovunque l'esaltazione di Dio e lo sminuire l'Uomo: la chiesa così incombente, la casa così piccola. La ricerca dello spirito, della cosa durevole (non l'insufficiente resistenza del granito che nei secoli si sgretola, ma quell'eterna), l'eterno.
Tale era l'idea dominante dell'età medioevale che è stata troppo maledetta dai modernisti. Perché gli uomini che costruirono i castelli e le cattedrali, erano uomini di imponenti opere, sebbene non abbiano prodotto libri, e sebbene le loro anime stendessero ali menomate, a causa dei loro veri e propri sforzi di elevarsi troppo in alto. Lo spirito della volontaria subordinazione per la realizzazione di una grande opera, che proclamasse l'aspirazione della comune anima – che era lo spirito insito nelle pietre delle cattedrali e che non è totalmente da condannare.
Se ora ci guardiamo attorno per vedere quale idea domina la nostra civiltà, non so se anch'essa sia così attraente.
La relatività delle cose è cambiata: l'Uomo si è alzato e Dio è disceso. Il moderno villaggio ha case migliori e chiese meno pretenziose.
Ci dilettiamo di molte cose; ma l'unica reale grande idea della nostra epoca, non copiata da una qualunque altra età, non finta, non portata in vita da qualche congiura, è la Grande Produzione di Cose – non la creazione di cose belle, non il piacere di spendere energia vitale in lavoro creativo; piuttosto l'indecente e spietata spinta ed esasperazione a sprecare e a drenare l'ultima goccia di energia, solamente per produrre mucchi e mucchi di cose – cose brutte, cose nocive, cose inutili, e nella migliore delle ipotesi in gran parte superflue. Per quale scopo si produce? La maggior parte dei produttori non lo sa, e ancor meno se ne preoccupa. Ma è posseduto dall'idea che deve farlo, ognuno lo fa, e ogni anno la produzione di cose prosegue maggiormente e più velocemente, c'è una gamma vasta come una montagna di cose prodotte e in produzione, e nondimeno gli uomini si danno da fare disperatamente per allungare l'elenco delle cose create, per cominciare nuovi mucchi e per ampliare i mucchi esistenti. E con quale tormento del corpo, sotto quale tensione e preoccupazione di pericolo e paura del pericolo.
l'Anima del Tempo Moderno è più sorprendente con i suoi occhi irrequieti, nervosi, sempre esploranti gli angoli dell'universo, con le sue mani irrequiete, nervose che per qualche inutile duro lavoro sempre si allungano e afferrano.
E certamente la presenza di cose in abbondanza, cose vuote e cose volgari e cose assurde, così come cose pratiche e utili, ha prodotto il desiderio del possesso di cose, l'esaltazione del possesso di cose. Attraversate la strada del mercato di una qualunque città, dove le sommità inclinate di strati di cose fissano e guardano i volti della gente che passa – non gli affamati e i disgraziati che contornano i marciapiedi e palesemente questuanti un'elemosina, ma la folla – e rendetevi conto di quale idea sia scritta sulle loro facce. Su quelle delle donne, dalle signore delle mostre di cavalli alle commesse fuori dalla fabbrica, c'è una rivoltante vanità, una coscienza dei loro vestiti. Cercate l'orgoglio e lo splendore di un corpo libero, Non lo troverete. Vedrete andature affettate. Vedrete volti che sorridono in modo lezioso, ammiccante, con occhi che si guardano intorno alla ricerca di ammirazione per il gigantesco fiocco di un nastro nei capelli acconciati in modo troppo elegante. Nelle parole caustiche di una conoscenza, cui dissi una volta mentre passeggiavamo, "Guarda quanta vanità su tutti questi volti di donna"
E sulle facce degli uomini, volgarità! Desideri volgari di cose volgari, e in gran quantità: Anche l'orribile ansietà ed inquietudine generate dalla creazione di tutto questo, è meno repellente dell'espressione abominevole di avidità per le cose create.
Tale è l'idea dominante del mondo occidentale, almeno in questi nostri giorni. Potete vederla dovunque guardate, impressa in modo evidente sulle cose e sugli uomini; allo stesso modo se guardaste nel vetro, la vedrete là. E se qualche archeologo di un futuro lontano un giorno o l'altro disseppellirà le ossa della nostra civiltà, dove le ceneri o il diluvio le avranno sepolte, vedrà questa orribile idea impressa.
Non splendide sculture di marmo di ninfe e fauni, le cui vecchie immagini sono ancora così dolci che uno potrebbe ancora desiderare di baciarle; non maestose figure di cavalli alati diffondenti il loro colossale simbolismo in un lungo periodo in avanti nel Tempo, come quelle antiche chimere di pietra di Babilonia ancora fanno; ma oggetti il cui segreto è dimenticato, ma il cui compito era la sopravvivenza di un attempato sistema disumano e l’alienazione e l’annichilimento degli uomini , dar loro una mancia e, quando legittimamente stanchi, licenziarli come ingranaggi dozzinali, come oggetti semplicemente intercambiabili, di modo che altri uomini potessero mettersi al lavoro di buona lena. Le statue che egli troverà non recheranno traccia di sogni mitici o di simboli mistici; saranno statue di filistei con giacche e pantaloni confezionati e cappelli e scarpe decorose.
Ma l'idea dominante dell'epoca e di un paese non significa necessariamente l'idea dominante di una qualunque singola vita. Non metto in dubbio che in quei lontani giorni, lontano dalle rive del tranquillo Nilo, all'ombra costante delle piramidi, sotto il pesante fardello della imperturbabilità di altri uomini, là si dessero da fare anime irrequiete, attive, ribelli che detestavano tutto ciò che l'antica società rappresentava, e col cuore in fiamme cercavano di rovesciarla.
Sono sicura che nel mezzo di tutto ciò che la viva intelligenza greca ha creato, ci fossero quelli che andavano in giro con occhi bassi, non gradendo niente di tutto quello, cercando qualche più elevata rivelazione, disponibili ad abbandonare le gioie della vita, pur di avvicinarsi a qualche lontana e sconosciuta perfezione di cui i loro compagni non sapevano. Sono certa che nei secoli bui, quando la maggior parte degli uomini pregava e si umiliava, e si percuoteva e si feriva, e cercava il dolore, come Santa Teresa che tranquillizzava con un "Lasciatemi soffrire o morire", c'erano alcuni, molti, che consideravano il mondo come uno scherzo fortuito, che disprezzavano o compativano i loro ignoranti compagni, e cercavano di ottenere le risposte dell'universo ai loro interrogativi, con la perseverante, quieta ricerca che divenne la Scienza Moderna. Sono sicura che c'erano centinaia di migliaia di loro, di cui noi non abbiamo mai sentito parlare.
Ed ora, oggi, benché la Società intorno a noi sia dominata dal Culto delle Cose, e durerà segnata così per tutto il tempo, non c'è nessuna ragione per cui non dovrebbe esistere un'anima individuale. Poiché apparentemente l'unica cosa davvero di valore per il mio vicino, per tutti i miei vicini, è correre dietro ai dollari, non c'è nessuna ragione per cui io dovrei correre dietro ai dollari. Poiché i miei vicini immaginano che hanno bisogno di un eccessivo mucchio di tappeti, mobili, orologi, porcellane, bicchieri, arazzi, specchi, stoffe, gioielli e domestici che si prendano cura di loro, e detective per tenere d'occhio i domestici, giudici per processare i ladri, e politici per nominare i giudici, e solide case per contenere le proprietà – e quindi per mantenere questo gran numero di parassiti, hanno bisogno di altri uomini che lavorino per essi, e creano le tasse; poiché i miei vicini vogliono tutto questo, è quella la ragione per cui dovrei dedicarmi a tale aberrante follia? e dovrei piegare il mio collo per servire a mantenere lo sgargiante spettacolo?
È veramente possibile che il lato esteriore di una creatura umana valga di più del lato interiore? Miserabili!
Questo è il mio pensiero:
Il concepire una cosa più elevata di se stessi e vivere seguendo quella direzione è il solo modo di vivere degnamente. Il traguardo per il quale lottare dovrebbe, e deve, essere qualcosa di molto lontano da ciò che è il quotidiano indottrinamento: Io esorto a pensare criticamente, a ridestarsi, a riconoscere che siamo condizionati da cattivi maestri divenuti famosi e potenti.
Ho detto in precedenza che la dottrina, che gli uomini sono niente e le condizioni tutto, è stata ed è la rovina dei nostri moderni movimenti di riforme sociali.
I nostri giovani, animati dallo spirito degli antichi maestri che credevano nella supremazia delle idee nel loro entusiasmo anticipano il vangelo delle Condizioni per significare che molto presto la pressione dello sviluppo materiale deve abbattere il sistema sociale – essi danno la cosa corrotta al punto da durare solo pochi anni, e allora essi stessi saranno testimoni della trasformazione, parteciperanno delle sue gioie. Tale è la mia utopia.
I pochi anni svaniscono e niente accade; l'entusiasmo si raffredda. Guardate i nostri giovani, questi stessi idealisti, ora sono intelligenti uomini d'affari di successo, professionisti, possessori di proprietà, leader finanziari, insinuatisi nei ceti sociali che una volta disprezzavano, stare miserabilmente, spregevolmente dietro a qualche personaggio senza denaro cui avevano prestato dei soldi, o fatto qualche servigio professionale gratis; guardateli mentire, truffare, adulare, comprare e vendere se stessi per qualsiasi cianfrusaglia, qualsiasi piccola pretesa a buon mercato. L'Idea Sociale Dominante si è impadronita di loro, le loro vite in essa sono inghiottite; e quando chiedete per quale ragione, vi dicono che le Condizioni li hanno costretti a fare così. Se gli citate le loro menzogne, sorridono con tranquilla compiacenza di sé, ti assicurano che quando le Condizioni pretendono menzogne, le menzogne sono molto di più rispetto la verità, che gli espedienti sono qualche volta più efficaci che la condotta onesta, che l'adulazione e l'inganno non importano se lo scopo da ottenere è allettante, e che nelle attuali Condizioni la vita non è possibile senza tutto questo; che si è sul punto di rendere possibile che in qualsiasi momento le Condizioni facciano più facile dire la verità che mentire, ma fino a quel momento un uomo deve fare attenzione a se stesso, sicuro! E così il cancro va avanti a corrompere e l'uomo diventa incarnazione della bancarotta morale generata dal Culto delle Cose. Tale è la realtà, la forza e l’influenza corruttrice delle Condizioni.

I nostri giovani, fossero cresciuti con una concezione della vita meno materiale, non fosse stata corrotta la loro volontà dal ragionamento intellettuale su ciò che è fuori della loro esistenza, dalla loro accettazione della loro propria inesistenza, le aspirazioni altruiste dei loro anni giovani si sarebbero sviluppate e sarebbero state rafforzate dall'esercizio e dall'abitudine; e la loro protesta contro l'epoca poteva essere scritta durevolmente, e per qualche scopo.
Deridono. Ma avrebbero il diritto di deridere, potrebbero averlo, se le nostre vite non fossero dominate in prima istanza da desideri più insistenti di quelli che volentieri vorremmo avere, che gli altri credono che noi riteniamo molto cari?
È la vecchia storia: "Mira alle stelle, e puoi raggiungere la cima del pilastro, ma mira al suolo e raggiungerai il suolo".
Non è da supporre che chiunque conseguirà la piena realizzazione di ciò che si prefigge, anche quando quei propositi non coinvolgono un'azione congiunta con altri, sarà inferiore, in qualche misura sarà vinto da un'opposizione concorrente o inerte. Ma qualcosa otterrà, se continua a puntare in alto.
Cosa, allora, avrei? voi chiedete. Avrei uomini che investono se stessi con la dignità di uno scopo più alto della caccia alla ricchezza, che scelgono una cosa da fare nella vita al di fuori della produzione di cose, e se ne ricordano – non per un giorno, non per un anno, ma per tutta la vita. E allora tengono fede a se stessi!
Non difendendo una cosa oggi e domani baciando le mani dei suoi nemici, con quel pianto debole e codardo in bocca, "Le Condizioni mi rendono così". Esaminatevi attentamente, e se amate i beni e il potere e la ricchezza più della vostra propria dignità, umana dignità, oh, ditelo, ditelo! Ditelo a voi stessi e attenetevi. Ma non soffiate caldo e freddo in un solo respiro. Non tentate di essere un riformatore sociale e un rispettato possidente al tempo stesso.
Voi uomini onesti e benevolenti che avete il coraggio di investire in voi stessi, voi che avvalorate il lato interiore delle creature umane, voi che state andando per la retta via predicate la retta e stretta via.
Altrimenti voi, mentre state andando gioiosamente per quella ampia non predicate la retta e stretta via. Predicate quella ampia, o non predicate affatto; ma non ingannate voi stessi, non ingannate gli altri.
Dite onestamente, "Io amo le poltrone più degli uomini liberi, e le inseguo perché faccio una scelta; non perché le condizioni economiche mi rendono così.”
Ma se scegliete la libertà e l'orgoglio e la forza della singola anima, e la libera fraternizzazione degli uomini, come lo scopo che la vostra vita deve manifestare, allora non vendetelo.
Credete che la vostra anima è forte e manterrà la sua strada; e lentamente, attraverso un'aspra lotta magari la forza crescerà.
Alla fine della vita potrete chiudere gli occhi dicendo: "Io non sono stato dominato dall'Idea Dominante della mia Epoca; ho scelto la mia propria fedeltà e l'ho servita. Ho dimostrato con una vita che c'è in un uomo ciò che lo salva dalla tirannia assoluta delle Condizioni, che infine conquista e rimodella le Condizioni, il fuoco immortale della Volontà Individuale, che è la salvezza del Futuro".

Abbiamo Uomini, Uomini che vogliano dire una parola alle loro anime e mantenerla – mantenerla non quando è facile, ma mantenerla quando è difficile – mantenerla quando la tempesta imperversa e c'è un cielo venato di bianco e prima un tuono azzurro, e gli occhi sono accecati e le orecchie assordate dalla guerra di cose contrarie; e mantenerla sotto il cielo a lungo plumbeo e la grigia depressione che mai si dirada. Resistete fino all'ultimo: è ciò che significa avere un'Idea Dominante, che le Condizioni non possono spezzare. E tali uomini create e annientate le Condizioni. 


"L'uomo non vive da solo in questo mondo, ciò è motivo di grande gioia, ma anche di enormi responsabilità. Il nostro dovere non è agire egoisticamente ma piuttosto condividere le esigenze e gli obiettivi degli altri. Impara l'umiltà. Non essere triste per le cose materiali. Non dispiacerti per me. Ho avuto una vita meravigliosa. Accetto umilmente la mia punizione. Ho la coscienza pulita. Credo o meglio prego di riuscire a superare il giudizio della corte suprema. Quella di Dio.  Corri sui prati, sui campi,  nei boschi,  là,  nel profumo dei boccioli in fiore,  troverai una parte di me."


Milada