Incontro con un Artista
Incontro con un artista che
racconti ai giovani la sua esperienza, la narrazione dovrà concentrarsi sul
processo attraverso cui prende corpo un’opera d’arte e sulle emozioni e le
esperienze che lo accompagnano.
Temi
-
L’importanza di sentirsi grandi, del fare,
dell’unicità.
-
Conoscere qualcuno che fa qualcosa di “grande”,
che crea.
Domande
-
Quando un artista può ritenersi soddisfatto del
proprio lavoro?
-
Come vive l’unicità di ciò che ha creato?
Un
giorno un giovane ricevette una lettera inattesa:
“Sei
invitato ad incontrarti con alcuni giovani per raccontare le tue esperienze di
Artista, la narrazione dovrà concentrarsi sul processo attraverso cui prende
corpo un’opera d’arte e sulle emozioni e le esperienze che lo accompagnano.
L’importanza di sentirsi grandi, del fare, dell’unicità. La conoscenza di
qualcuno che fa qualcosa di “grande”, che crea, rappresentano i temi che
dovresti affrontare in questo incontro. Inoltre le domande che ti presentiamo a
priori sono: Quando un artista può ritenersi soddisfatto del proprio lavoro?
Come vive l’unicità di ciò che ha creato?”
Il
giovane accolse l’invito ed il giorno seguente scrisse alcuni pensieri che
colse come fonti di riflessione, li dispose sulla carta confusamente; in un
secondo momento riscrisse questi pensieri cercando di renderli ordinati e
comprensibili; queste furono le scritture che il giorno dell’incontro il
giovane consegnò a ciascuno degli adolescenti presenti:
L’importanza
di sentirsi grandi, del fare, dell’unicità.
Il
giovane crede che la stima in sé stessi, la fiducia nella propria personalità e
la capacità di farla valere sono le premesse valide a garantire la maturità
personale e a dare spessore alla stessa capacità creativa e relazionale, creando
circostanze sociali di empatia.
A
mio avviso il fatto di ritenere una persona Artista Unico o Scrittore Unico o
colui che crea qualcosa di grande possa porre l’unicità di tale persona ad un
livello privilegiato rispetto all’unicità di altre persone.
In
realtà il giovane non ha mai attribuito importanza al fatto d’essere ritenuto
Artista, al fatto d’essere ritenuto Scrittore, egli semplicemente è un uomo che
dipinge, è un uomo che scrive, è un uomo che esprime la propria unicità attraverso
la scelta dell’arte e della scrittura.
L’attitudine
volta all’accoglienza è fondamentale poiché è espressione della volontà
d’incontrare e di valorizzare la diversità, è assenza di comparazione selettiva
ed insieme assenza di spirito di competizione:
Immaginiamo
un luogo in cui ci sono alcuni bambini ed alcune bambine. A loro è dato il
compito di realizzare un’opera fortemente vincolata secondo criteri estetici:
Al disegno esteticamente più “bello” verrà assegnato un riconoscimento.
Immaginar
che in questo luogo non può che crearsi un clima di competizione, di
comparazione, (esser più d’un altro oppure esser meno d’un altro) di giudizio,
d’invidia, di reciproca svalutazione, di privilegio, a danno di coloro che non
sono privilegiati ed a danno di coloro che sono privilegiati.
“L’affermazione
di sé come di un io che vuole conoscere, rendere visibili e far valere le
proprie potenzialità.
La
stima in sé, la fiducia nella propria personalità e la capacità di farla valere
sono premessa valida a garantire la maturità personale e a dare spessore alla
stessa capacità reazionale di una persona creando circostanze sociali di
empatia”
In
realtà il giovane non ha mai attribuito importanza al fatto d’essere ritenuto
Artista, al fatto d’essere ritenuto Scrittore, egli semplicemente è un uomo che
dipinge, è un uomo che scrive, è un uomo che esprime la propria unicità
attraverso la scelta dell’arte e della scrittura.
"Nel
punto in cui il linguaggio smette di essere uno strumento utile alla
comunicazione cominciano l'arte e la poesia."
Bruce Nauman
"Si
giunge ad un momento in cui non si ha più la libertà della scelta, non per aver
scelto ma per non averlo fatto.
Si perde
se stessi nella misura in cui gli altri scelgono per noi"
Il
giovane, grazie all’arte, riconosce d’aver appreso che l’unicità risiede
nell’atto stesso di creare e grazie all’arte immagina di poterlo dimostrare:
Immaginiamo
d’incontrare altre persone e di dir loro:
“Siate
Artisti Unici, create insieme, siate liberi di pensare ed esprimere la vostra
unicità dalla scelta degli strumenti che utilizzerete alla scelta delle
gestualità nella realizzazione della vostra opera. Quando avrete terminato
conoscete ciascuna persona presente ora in questo luogo con voi, sappiate che
ha creato qualcosa di grande, unico, incommensurabile. Ciascuno di noi potrà
condividere con le altre persone alcune parole, e ciascuno ascolterà.”
Con-dividere
non significa fare le stesse cose, pensare alla stessa maniera, ma cercare di
avere un solo spirito, un noi da costruire in una realtà di reciprocità che rappresenti
la lotta all’egoismo.
Il
processo attraverso cui prende corpo un’opera d’arte.
Emozioni
ed esperienze soggettive che accompagnano la realizzazione di un’opera.
Il
cuore è la fonte essenziale della creatività. L’indole libera dei fanciulli lo
testimonia.
La
tela bianca: Nessuna tempera variopinta animava di stati d’animo la tela.
La
bianca pergamena: Nessun segno di china vi infondeva senso.
Il
Nihil della tela bianca è ostile alla creatività. La volontà di respingere la
mancanza di senso e l’incomunicabilità rappresenta la principale causa e
stimolo alla realizzazione di ciascuna opera del giovane.
Lettura
della poesia: “nihil, white darkness”
La
creatività non è soltanto una meta, la creatività è inoltre il percorso che una
persona definisce in grazia delle sue scelte passo dopo passo.
Due
possibili scelte artistiche.
Secondo
il giovane l’arte contemporanea concettuale insegna che vi è valore nel minimalism,
nell’imperfetto e nel non immediatamente comprensibile; l’arte contemporanea
non offre immediate risposte bensì pone domande:
L’
arte figurativa:
Il
dipinto figurativo risveglia sentimenti, emozioni; vincola il riconoscimento
dell’oggetto rappresentato.
L’
arte concettuale:
L’opera
concettuale è meno vincolante agli occhi dell’osservatore, dunque ravviva
l’immaginazione di poter vedere diversamente, la curiosità di veder altro, di
veder oltre: ciascun osservatore forse vede diversamente un’opera concettuale
contemporanea rispetto ad un altro osservatore semplicemente perché ciascun
osservatore è unico e diverso.
Un
Artista come vive l’unicità di ciò che ha creato?
In
molte occasioni il giovane provò odio nei confronti di ciò che creava poiché le
proprie opere non avevano implicazioni reali nella sua realtà che rimaneva
indifferente alla creazione ed all’esistenza dell’opera: Il giovane pensava che
questa assente risposta del mondo esterno fosse provocata dall’ imperfezione
della propria creazione, proprio ricercando la perfezione estetica il giovane
era irrequieto: Spesso rovinava alcune opere che aveva realizzato ne
scialacquava altre. Di esse ne rimase soltanto il ricordo in una fotografia. Il
giovane dunque era raramente soddisfatto della propria opera. Egli riteneva che
il valore della propria opera dipendesse esclusivamente dalla misura del
riconoscimento conseguito, fin quando non comprese che, la propria opera non
valeva nella misura di un apprezzamento esterno, non valeva in seguito ad una
approvazione estetico – qualitativa e soggettiva d’un’altra persona.
La
propria opera ha valore in sé. Non ha valore in misura della quantità o della
qualità delle valutazioni conseguite.
Dal
momento in cui il giovane comprese questa prospettiva iniziò non solo ad
avvalorare ciò che creava, egli amava la propria opera riconoscendo in essa la realizzazione
unica di sé come importante strumento di comunicazione.
Quando
un artista può ritenersi soddisfatto del proprio lavoro?
Il
giovane inoltre crede che la creatività sia la preziosa oasi della condivisione
che il privatismo può insabbiare. La creatività può divenire un servizio
pubblico, accendere un dibattito, dare voce a delle preoccupazioni, forgiare
identità.
Esistono
numerosi modi d’appartenere alla vita:
Possiamo
influire con dignità sulle qualità del giorno; imparando, in nome della
condivisa creatività, per illuminarci l’un l’altro. Possiamo privilegiare la
saggezza di osservare e di non giudicare, di intuire le latenti qualità dell’inettitudine
per una vita parsimoniosa ed avversa allo scialo forse più ricca delle vite che
conducevano prima. Oppur possiamo non reagire, consapevoli d’essere altrettanto
responsabili di ciò che eludiamo.
A C C O G L I E N Z A
Poiché accoglienza è contrario
logico di rifiuto l'accoglienza nega il rifiuto.
Volontà d’incontrare la
diversità, accoglienza e valorizzazione della diversità, assenza di
comparazione tra diversi, assenza di competizione con la diversità.
“La più alta forma di
intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare.“
Jiddu Krishnamurti
Il giudizio dell’opera di una
persona è parte considerevole del giudizio di tale persona.
Il giovane immaginò un luogo in
cui ci sono alcuni bambini ed alcune bambine. A loro è dato il compito di
realizzare un’opera fortemente vincolata secondo criteri estetici: Al disegno
esteticamente più "bello" verrà assegnato un riconoscimento.
Il giovane pensò che in questo
luogo non può che crearsi un clima di competizione, di comparazione, (esser più
d’un altro oppure esser meno d’un altro) di giudizio, d’invidia, di reciproca
svalutazione, di privilegio:
-
Il privilegio a danno di coloro che non sono
privilegiati
-
Il privilegio a danno di coloro che sono
privilegiati:
Lettera a una professoressa, 1967
Scritto da alcuni ragazzi
(Insieme a Don Lorenzo Milani)
"Così è stato
il nostro primo incontro con voi. Attraverso i ragazzi che non volete. L'abbiamo visto anche noi che con
loro la scuola diventa più
difficile. Qualche volta viene la tentazione di levarseli di
torno. Ma se si perde loro la
scuola non è più scuola. E' un ospedale che cura i sani e respinge i malati."
"La scuola ha un problema solo: I ragazzi che perde."
"Il danno più profondo lo fate agli scelti:
Ogni volta ha visto la sua pagella
migliore di quella dei compagni che ha perso.
I professori che hanno scritto quelle
pagelle gli hanno impresso nell'anima che gli altri 99 sono di cultura
inferiore.
A questo punto sarebbe un miracolo se la
sua anima non ne sortisse malata."
"Una scuola che seleziona distrugge la cultura."
-
Il processo attraverso cui prende corpo un’opera
d’arte
-
Emozioni ed esperienze soggettive che
accompagnano la realizzazione di un’opera
-
Quando un artista può ritenersi soddisfatto del
proprio lavoro?
-
Come vive l’unicità di ciò che ha creato.
Nihil
White
darkness
Pure
white candid canvas
inhibitin’
venture*
virtuous dreamers often petrifies.
Pure
white candid canvas
odd*
colourful shining symbols arises
souls
inflamin’* :
The
imaginative choice now white darkness suspends.
*Venture : Enterprising spirit, spirit of
initiative.
*Odd : Rarely.
*Inflame : Encourage, incite.
Il processo attraverso cui
prende corpo:
-
La tela bianca: Nessuna tempera variopinta
animava di stati d’animo la tela.
-
La bianca pergamena: Nessun segno di china vi
infondeva senso.
-
La volontà di respingere la mancanza di senso e
l’incomunicabilità rappresenta la principale causa e stimolo alla realizzazione
di ciascuna opera del giovane.
"Al nomade spodestato e affamato che avanza sul
suo trabiccolo, con la moglie al fianco e i suoi bambini sul sedile posteriore,
il campo incolto si rivela capace di produrre, di non produrre profitto ma
nutrimento; e quel nomade affamato si convince che lasciare incolto quel campo
è un peccato e trascurare la terra è un crimine contro le proprie creature
affamate."
Furore, Jon Steinbeck
David Simpson, l’arte
contemporanea concettuale e l’esistenza del Nihil: LA TELA BIANCA
"Non reagire è una
reazione: siamo altrettanto responsabili di ciò che non facciamo."
Jonathan Safran Foer
Secondo il giovane l'arte
contemporanea concettuale insegna che vi è valore nel minimalism,
nell'imperfetto e nel non immediatamente comprensibile; l’arte contemporanea
non offre immediate risposte bensì pone domande:
-
L’ arte figurativa:
Il dipinto figurativo risveglia
sentimenti, emozioni; vincola il riconoscimento dell’oggetto rappresentato
affievolendo l’immaginazione di poter vedere diversamente, la curiosità di
veder altro, di veder oltre.
-
L’ arte concettuale:
L’opera concettuale è meno
vincolante agi occhi dell’osservatore: ciascun osservatore forse vede
diversamente un’opera concettuale contemporanea rispetto ad un altro
osservatore semplicemente perché ciascun osservatore è unico e diverso.
-
Quando un artista può ritenersi soddisfatto del
proprio lavoro?
-
Come vive l’unicità di ciò che ha creato?
In molte occasioni il giovane
provò odio nei confronti di ciò che creava poiché le proprie opere non avevano
implicazioni reali nella sua realtà che rimaneva indifferente alla creazione ed
all’esistenza dell’opera: Il giovane pensava che questa assente risposta del
mondo esterno fosse provocata dall’ imperfezione estetica della propria
creazione, proprio ricercando la perfezione estetica il giovane era irrequieto:
Spesso rovinava alcune opere che aveva realizzato ne scialacquava altre. Di
esse ne rimase soltanto il ricordo in una fotografia.
Il giovane dunque era raramente
soddisfatto della propria opera:
Egli riteneva che il valore
della propria opera dipendesse esclusivamente dalla misura del riconoscimento
conseguito.
Fin quando non comprese che, la
propria opera non valeva nella misura di un riconoscimento conseguito, non
valeva in seguito ad una approvazione estetico – qualitativa e soggettiva
d’un’altra persona.
"Delle critiche mi importa poco, verrò capito tra
dieci anni. Quando iniziammo con i Soundgarden a Seattle, metà anni '80, ben
prima dei Nirvana e di tutti gli altri, la reazione fu la stessa. Le case
discografiche ci ignoravano, tutti pensavano 'chi sono questi che fanno
casino?'."
Chris Cornell
La propria opera ha valore in
sé.
Dal momento in cui il giovane
comprese questa prospettiva iniziò non solo ad avvalorare ciò che creava, egli
amava la propria opera riconoscendo in essa realizzazione unica di sé e
importante strumento di comunicazione.
Michele Vitti