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domenica 7 marzo 2021

Carlo Scarpa - Tesina



C A R L O   S C A R P A

 

“Io affermo che chi sappia produrre un’opera che sembri esistere da sempre, che, in una parola, sia banale, possa ritenersi soddisfatto.”

Auguste Perret

Le opere di Carlo Scarpa sono atti di resistenza opposti alle irruzioni del mero tempo storico:

“L’individuo è al centro di un costante processo di decantazione, decantazione dal recipiente contenente il fluido del tempo avvenire, denso, monocromo, al recipiente che contiene il fluido del tempo passato, reso agitato e multicolore dai fenomeni delle sue ore.”

Samuel Beckett

Tomba Brion, San Vito d’Altivole, 1969: una successione di attimi.

Carlo Scarpa ha preferito operare in una zona apparentemente neutra, purtuttavia incline ad accogliere i colori vivi del passato piuttosto che il grigiore dell’avvenire.

Il ricordo è componente essenziale del fare.

 

“Noi possiamo ricordare solo ciò che è stato registrato dalla nostra estrema disattenzione e stivato in quell’ultima e inaccessibile prigione sotterranea del nostro essere, della quale l’Abitudine non possiede la chiave.

Ma lì, è stivata l’essenza di noi stessi, il meglio dei nostri molti noi stessi; il meglio perché è stato accumulato di nascosto, con fatica e pazienza.”

Samuel Beckett

 

Nel frammentismo di Carlo Scarpa si esprime compiutamente l’insoddisfazione per la contemporaneità e per l’abitudine. Quest’ultima nella pratica è espressione del trascorrere lineare del tempo, ove il frammento, invece, dialoga con l’attimo.

“L’ istante si situa e si sottrae tra due presenze.”

                                                                                                                                 Jacques Derrida

Nella Tomba Brion le due presenze che il frammento intende arrestare sono la vita e la morte. In questo luogo il sentimento dell’una non limita bensì evoca la memoria dell’altra.

Carlo Scarpa avverte nell’abitudine il peso opprimente delle apparenze del reale, questa percezione giustifica la sua volontà di sottrarsi alle aggressioni della realtà.

L’ abitudine viene dunque cancellata nella forma del frammento. Nell’epoca dell’oggettività tecnica, il lusso ha assunto la funzione di rinnovare costantemente il bisogno e stimolare le misure del consumo all’interno degli schemi della sicurezza economica.

Schemi che abituano ad uno sguardo inappagante, rapido, fuggevole, impaziente che vede, vuole, ottiene e rifiuta; poi vede, vuole, ottiene e rifiuta . . .

 

“Se si considera la vita umana nel suo complesso si constaterà come questa aspiri fino all’angoscia allo spreco; fino all’angoscia, fino al limite in cui l’angoscia non è più tollerabile.”

Georges Bataille

“Lo sviluppo moderno e limitato di concepire l’arte, nato dalla confusione tra la bellezza ‘oggettiva’ dell’ordine e il piacere ‘soggettivo’, nutrito inoltre da una preoccupazione di godimento. ”

K. Coomaraswami

Il dettaglio è la forma del frammento: Su di esso si focalizzano l’attenzione e l’osservazione. Il frammento obbliga, preliminarmente, ad una vista più acuta, induce ad accorciare le distanze.

Presso i maestri vetrai di Murano Carlo Scarpa comprende l’importanza della “cultura dello sguardo” e del trattamento dei materiali.

Carlo Scarpa riscatta il mestiere di artigiano ad una condizione indifferente al tempo.

“C’è l’amore e c’è il rispetto per la materia. L’amore è una passione, può diventare odio: un dramma vivificante per un artigiano. Il rispetto è come una separazione legale: la materia esige i suoi diritti e tutto finisce in un rapporto gelido. Il vero artista non ama e non rispetta la materia: essa è sempre ‘in prova’, e tutto può andare a catafascio.”

Fausto Melotti

CARLO SCARPA E L’ ARTE DEL VEDERE:

 

La sua sensibilità lo induce a perdere tempo, guardando. Carlo Scarpa impara, perdendo tempo.

 

Quando una persona contempla veramente, si accosta al mondo interrogativamente :

“La contemplazione non assomiglia all’atteggiamento dello ‘spettatore’ medio; esso non ha risposte da offrire ad una persona che non abbia domande da fare.”

R. Arnheim, Toward a Psycology of Art,1966

 

La curiosità di Carlo Scarpa: Attesa e Domanda, i fondamenti della curiosità visiva

Accade a volte che un sognatore o un bambino si rompano gli occhi nell’intento di vedere con precisione, di sorprendere nel cielo crepuscolare il momento in cui compare ciascuna delle prime stelle. Ben tesa è la curiosità, allora; ben vigile, l’attenzione; in uno stato come di ossessione, le pupille.

Mai però si raggiungerà il risultato desiderato. Una livida solitudine permane nel punto preciso dove con tanta ansia si guarda. In cambio, un poco più lontano, qualche cosa è successo. Niente ivi c’era prima; ma ora, ma adesso, risplende la più brillante delle stelline. Senza volerlo, il nostro sguardo si rapprende nella luce.”

E. D’Ors, Diario Europeo, 1946

Scarpa comprende che comporre non significa annullare la differenza, bensì mostrarla, il frammentismo è infatti la composizione di differenze.

 

La cultura di Carlo Scarpa lo protegge da ogni cedimento nei confronti dell’ostentazione, dalle tentazioni dell’originalità che banalizzano e corrodono l’incisività del commento; egli è indifferente all’architettura contemporanea, alla stilistica moderna; l’architetto sembra voler ‘salvaguardare’ l’opera Tomba Brion mediante un elemento di confine definendone in tal modo l’eccezionalità rispetto alla realtà a lui contemporanea.

“La finalità senza fine è la sublimazione dei fini.”

                                                              Theodor Adorno

 

ORNAMENTO E INCASTONATURA:

 

L’ornamento è chiamato a scandire la successione delle invenzioni spaziali. Esso descrive le ‘misurazioni’ operate sui materiali, senza porsi quale ‘aggiunta’ alla composizione degli spazi.

“Noi abbiamo il senso che l’uomo mette ordine alle cose.”

                                                                                               Carlo Scarpa

 

“Il differenziarsi dell’ordine dal ‘caos’, implica la decorazione.”

                                                                                                                                              K. Coomaraswami

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia

Francesco Dal Co, Giuseppe Mazzariol, Carlo Scarpa : 1906-1978, Milano : Electa, 1984