C A
R L O S C A R P A
“Io affermo che chi sappia
produrre un’opera che sembri esistere da sempre, che, in una parola, sia
banale, possa ritenersi soddisfatto.”
Auguste Perret
Le opere di Carlo Scarpa sono
atti di resistenza opposti alle irruzioni del mero tempo storico:
“L’individuo è al centro di un
costante processo di decantazione, decantazione dal recipiente contenente il
fluido del tempo avvenire, denso, monocromo, al recipiente che contiene il
fluido del tempo passato, reso agitato e multicolore
dai fenomeni delle sue ore.”
Samuel Beckett
Tomba Brion, San Vito
d’Altivole, 1969: una successione di
attimi.
Carlo Scarpa ha preferito
operare in una zona apparentemente neutra, purtuttavia incline ad accogliere i colori vivi del passato piuttosto che il
grigiore dell’avvenire.
Il
ricordo
è componente essenziale del fare.
“Noi possiamo ricordare solo
ciò che è stato registrato dalla nostra estrema disattenzione e stivato in
quell’ultima e inaccessibile prigione sotterranea del nostro essere, della
quale l’Abitudine non possiede la chiave.
Ma lì, è stivata l’essenza di
noi stessi, il meglio dei nostri molti noi stessi; il meglio perché è stato
accumulato di nascosto, con fatica e pazienza.”
Samuel Beckett
Nel frammentismo di Carlo
Scarpa si esprime compiutamente l’insoddisfazione
per la contemporaneità e per l’abitudine. Quest’ultima nella pratica è
espressione del trascorrere lineare del tempo, ove il frammento, invece,
dialoga con l’attimo.
“L’ istante si
situa e si sottrae tra due presenze.”
Jacques Derrida
Nella Tomba Brion le due
presenze che il frammento intende arrestare sono la vita e la morte. In questo
luogo il sentimento dell’una non limita bensì evoca la memoria dell’altra.
Carlo Scarpa avverte nell’abitudine il peso opprimente delle apparenze del reale, questa percezione
giustifica la sua volontà di sottrarsi alle aggressioni della realtà.
L’ abitudine viene dunque
cancellata nella forma del frammento. Nell’epoca dell’oggettività tecnica, il lusso
ha assunto la funzione di rinnovare
costantemente il bisogno e stimolare
le misure del consumo all’interno degli schemi della sicurezza economica.
Schemi
che abituano ad uno sguardo inappagante, rapido, fuggevole, impaziente che
vede, vuole, ottiene e rifiuta; poi vede, vuole, ottiene e rifiuta . . .
“Se si considera la vita umana
nel suo complesso si constaterà come questa aspiri fino all’angoscia allo spreco; fino all’angoscia, fino al
limite in cui l’angoscia non è più tollerabile.”
Georges Bataille
“Lo sviluppo moderno e limitato
di concepire l’arte, nato dalla confusione tra la bellezza ‘oggettiva’
dell’ordine e il piacere ‘soggettivo’, nutrito inoltre da una preoccupazione di
godimento. ”
K. Coomaraswami
Il dettaglio è la forma del
frammento: Su di esso si focalizzano l’attenzione e l’osservazione. Il
frammento obbliga, preliminarmente, ad una vista più acuta, induce ad accorciare le distanze.
Presso i maestri vetrai di
Murano Carlo Scarpa comprende
l’importanza della “cultura dello sguardo” e del trattamento dei materiali.
Carlo
Scarpa riscatta il mestiere di artigiano ad una condizione indifferente al
tempo.
“C’è l’amore e c’è il rispetto
per la materia. L’amore è una passione, può diventare odio: un dramma
vivificante per un artigiano. Il rispetto è come una separazione legale: la
materia esige i suoi diritti e tutto finisce in un rapporto gelido. Il vero
artista non ama e non rispetta la materia: essa è sempre ‘in prova’, e tutto
può andare a catafascio.”
Fausto Melotti
CARLO
SCARPA E L’ ARTE DEL VEDERE:
La
sua sensibilità lo induce a perdere
tempo, guardando. Carlo Scarpa impara, perdendo tempo.
Quando una
persona contempla veramente, si accosta al mondo interrogativamente :
“La
contemplazione non assomiglia all’atteggiamento dello ‘spettatore’ medio; esso
non ha risposte da offrire ad una persona che non abbia domande da fare.”
R.
Arnheim, Toward a Psycology of Art,1966
La curiosità di Carlo
Scarpa: Attesa e Domanda, i
fondamenti della curiosità visiva
“Accade a volte che un sognatore o un bambino si rompano gli occhi
nell’intento di vedere con precisione, di sorprendere nel cielo crepuscolare il
momento in cui compare ciascuna delle prime stelle. Ben tesa è la curiosità,
allora; ben vigile, l’attenzione; in uno stato come di ossessione, le pupille.
Mai
però si raggiungerà il risultato desiderato. Una livida solitudine permane nel
punto preciso dove con tanta ansia si guarda. In cambio, un poco più lontano,
qualche cosa è successo. Niente ivi c’era prima; ma ora, ma adesso, risplende
la più brillante delle stelline. Senza volerlo, il nostro sguardo si rapprende
nella luce.”
E. D’Ors, Diario Europeo, 1946
Scarpa comprende che comporre non significa annullare la
differenza, bensì mostrarla, il frammentismo è infatti la composizione di
differenze.
La
cultura di Carlo Scarpa lo protegge da ogni cedimento nei confronti
dell’ostentazione, dalle tentazioni dell’originalità che banalizzano e
corrodono l’incisività del commento; egli è indifferente
all’architettura contemporanea, alla stilistica moderna; l’architetto sembra
voler ‘salvaguardare’ l’opera Tomba Brion mediante un elemento di confine
definendone in tal modo l’eccezionalità rispetto alla realtà a lui
contemporanea.
“La finalità
senza fine è la sublimazione dei fini.”
Theodor Adorno
ORNAMENTO E INCASTONATURA:
L’ornamento è chiamato a
scandire la successione delle invenzioni spaziali. Esso descrive le
‘misurazioni’ operate sui materiali, senza porsi quale ‘aggiunta’ alla
composizione degli spazi.
“Noi abbiamo
il senso che l’uomo mette ordine alle cose.”
Carlo
Scarpa
“Il
differenziarsi dell’ordine dal ‘caos’, implica la decorazione.”
K.
Coomaraswami
Bibliografia
Francesco Dal Co, Giuseppe Mazzariol, Carlo Scarpa : 1906-1978, Milano : Electa, 1984