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sabato 17 settembre 2022

- NOUS SOMMES NOTRE VIE -


 NOUS SOMMES NOTRE VIE

 

Non dipende tutto da me:

Poiché se dipendesse tutto da me

Sarei solo.

 

Siamo foglie il cui movimento

è dei turbinii del vento,

è delle rapide destinate a cascate?

 

Così la natura è materna a sé stessa,

Così siamo materni a noi stessi,

così le acque si abbracciano ai venti.

 

Come due lontane mani che si desiderano

sfiorandosi solamente in grazia di ciò che si donano?

Come ponti tra due diverse sponde

le realtà donate sostituiscono il vuoto tra le donanti mani.

 

Tuttavia al congedarsi d’una delle mani donanti,

decadono i ponti a metà dei saluti non corrisposti,

ciottoli decaduti nel profondo d’un lago

ove in superficie avrebbero dovuto essere raccolti, ora annunciamo: “è tardi”.

 

Allora restiamo in sospeso,

il vuoto è un baratro naturale,

è un flusso discendente

Una intensa forza di gravità che insiste

in direzione della nostra solitudine

una stasi profonda, un sonno d’ipnotici incanti*

 

In cuor nostro è latente

un sentimento di mistica astrazione,

il nostro talento d’amistà.

 

Sia allora la mano materna d’una cascata

il dedicare in dono alla mano paterna dei venti 

la flebile foglia

Una foglia che è simbolo di vita

poiché è rivelatrice del movimento che la stasi vela.

 

Una cascata il cui gorgoglio è sempre uguale a se stesso

La cui forma è istantaneamente solida come una scultura marmorea.

 

I venti sono immutabili delle loro trasparenze.

 

Tuttavia altresì la stasi è movimento, la fine è inizio, così le realtà assenti sono presenti

possiamo riconoscerlo?

 

La foglia disvela le vitalità velate nella stasi:

 

 

Il flusso delle stille d‘acqua costituiscono l’anima veemente della superficiale statuarietà d’una cascata

Il vorticoso avvicendarsi delle gravità di venti fermi,

presenti solamente in qualità di ciò che muovono.

 

Siamo davvero foglie destinate nelle mani del destino?

Forse, in verità siamo noi stessi le mani del desino.

Siamo i venti e siamo le rapide.

 

Siamo vita nella misura in cui riconosciamo noi stessi stille di cascate che destinano le foglie ai venti. Le gravità dei venti che conciliano l’aridità dell’aria con l’umidità dell’acqua.

 

Il donare noi stessi ai flussi creativi.

 

Come due lontane mani che si desiderano

sfiorandosi solamente in grazia di ciò che si donano?

le realtà donate sostituiscono il vuoto tra le donanti mani,

e se le realtà donate fossero le realtà donanti?

 

Il custodirsi vicendevolmente delle mani risolve il vuoto, la fine, la stasi

Quali scritture ho provato a consegnarti?

Nel profondo d’un lago una donna

giunse a leggere le parole

“SIAMO LA NOSTRA VITA”

Trascritte su un bianco ciottolo.

 

Così un viandante donò un quadrifoglio a una donna,

congedandosi da lei, incedette il suo cammino, poiché lei lo ignorò.

 

I nostri passi incedono severi

siamo veloci per essere rallentati,

I nostri passi incedono timidi, incerti

siamo persi per essere ritrovati,

I nostri passi sono abbandonati alla malinconica inerzia,

Siamo abbandonati a tempi che ritorno ai medesimi spazi per riconoscerci e rivitalizzarci.

 

Allor quando i nostri passi desistono

disveliamo il nostro essere fiori che attendono di essere raccolti,

Semplicemente rivivendo le nuove quotidianità.

 

Presto il viandante ritornò sui suoi passi.

Non vide la stessa donna a attenderlo, tuttavia egli si rattristì poiché vide il quadrifoglio che ebbe donato alle tiepide mani della donna sul pavimento mosaicato di freddi ciottoli.

Il viandante istintivamente raccolse il quadrifoglio, lo consegnò ad una donna dicendole:

“Ho trovato questo quadrifoglio in terra, te lo regalo.”

Lei rispose: ”No” E se ne andò.

 

 

Peggio del non volere donare esiste solamente il non volere ricevere in dono.

 

*Pensiero, interpretazione a priori, dubbio, diffidenza, nichilismo, diniego, inerzia, abbandono